Ogni angolo del centro storico parla di lui: la Gypsotheca e Museo Antonio Canova, il Tempio Canoviano e la sua Casa natale.

La Gypsotheca Museo Antonio Canova è una raccolta dei gessi voluta da Giovanni Battista Sartori, fratello di madre dell’artista che con forza volle trasferire a Possagno tutti i modelli in gesso che si trovavano nello studio di Roma alla morte dell’artista nel 1822. I calchi in gesso non costituivano l’opera finale di Antonio Canova, ma il modello su cui poi riusciva a replicare in marmo la scultura procedendo con l’applicazione dei repère, chiodini in bronzo posti simmetricamente e a una precisa distanza gli uni dagli altri. I chiodini permettevano di rilevare le misure tante volte quante erano le opere commissionate. Ad arricchire la Gypsotheca ha contribuito anche l’ampliamento degli edifici per mano dell’architetto Carla Scarpa, commissionato nel 1955.

Il tempio canoviano fu finanziato dall’artista stesso che richiese esplicitamente che fossero utilizzati per la costruzione solo materiali locali e che la manodopera fosse reclutata nel posto. Gesto che gli fece guadagnare una profonda riconoscenza dalle famiglie del paese. All’interno riposano parte delle sue spoglie che furono contese aspramente tra Possagno e Venezia. Dalla disputa, segno della popolarità dell’artista all’epoca della sua morte, la Città di Venezia ottenne la custodia del cuore e della sua mano.

Possagno e le limitrofe località di Fietta del Grappa rappresentano un territorio adatto per gli amanti della bicicletta, tra strade bianche o a basso traffico e trattorie dove degustare le specialità contadine. Lontano dalle cittadine più frequentate, puoi assaporare la genuinità del territorio e della sua gente.